Tipologie contrattuali e disciplina delle mansioni

Decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81

Nonfiction, Reference & Language, Law, Labour & Employment
Cover of the book Tipologie contrattuali e disciplina delle mansioni by AA.VV., Giappichelli Editore
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Author: AA.VV. ISBN: 9788892157132
Publisher: Giappichelli Editore Publication: January 12, 2016
Imprint: Giappichelli Editore Language: Italian
Author: AA.VV.
ISBN: 9788892157132
Publisher: Giappichelli Editore
Publication: January 12, 2016
Imprint: Giappichelli Editore
Language: Italian

Il Diritto del lavoro italiano sta attraversando un profondo cambiamento le cui direttrici sono contenute nel JOBS ACT. Dopo aver disciplinato il Contratto a tutele crescenti e la Naspi (Vol. 2 di questa Collana), il legislatore affronta due tematiche di grande rilievo: il riordino delle tipologie contrattuali e la disciplina delle mansioni.Nel promuovere il contratto a tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro, si introducono nuovi e più ampi margini di flessibilità tipologica. Il contratto a tempo determinato e la somministrazione di lavoro si liberano delle ragioni giustificatrici conservando limitazioni connesse, il primo, alla durata e al numero massimo di lavoratori utilizzabili, la seconda, al solo vincolo delle percentuali di impiego, con l'equiparazione tra la somministrazione a termine e quella a tempo indeterminato. Il ricorso al lavoro accessorio viene agevolato con l'incremento del limite massimo annuale di guadagno per il lavoratore e con l'ampliamento dell'ambito di applicazione della relativa disciplina. Il lavoro intermittente trova ulteriori ipotesi di utilizzo tramite la contrattazione aziendale e territoriale. La disciplina del part-time attribuisce al datore di lavoro l'inedita possibilità di pattuire clausole di variazione oraria avanti alle commissioni di certificazione. Le regole sull'apprendistato, confermate negli aspetti qualificanti, ne accentuano la funzione occupazionale a discapito di quella formativa. Sul versante del lavoro autonomo, si contrasta l'impiego improprio di talune fattispecie (abrogazione del lavoro a progetto e dell'associazione in partecipazione con l'apporto di lavoro), nascono le collaborazioni organizzate dal committente, che però soggiacciono alla disciplina del lavoro subordinato, mentre quelle coordinate e continuative ex art. 409 c.p.c., fatte salve, pongono nuovi problemi di qualificazione. La disciplina delle mansioni riscrive l'art. 2103 c.c. e inaugura la frontiera della flessibilità funzionale, sin qui rimessa ad una interpretazione adeguatrice della sola giurisprudenza.Nel complesso, il percorso intrapreso con questa parte del JOBS ACT appare capace di scardinare i punti fermi del tradizionale paradigma del diritto del lavoro. L'analisi che viene presentata riguarda tutti i principali aspetti degli istituti e mette in luce, in una prospettiva di interpretazione sistematica attenta alle ricadute pratico-applicative, le varie implicazioni, anche teoriche, delle novità legislative.Luigi Fiorillo, professore ordinario di Diritto del lavoro Università degli studi di Napoli Federico II.Adalberto Perulli, professore ordinario di Diritto del lavoro Università degli studi di Venezia Ca' Foscari.

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Il Diritto del lavoro italiano sta attraversando un profondo cambiamento le cui direttrici sono contenute nel JOBS ACT. Dopo aver disciplinato il Contratto a tutele crescenti e la Naspi (Vol. 2 di questa Collana), il legislatore affronta due tematiche di grande rilievo: il riordino delle tipologie contrattuali e la disciplina delle mansioni.Nel promuovere il contratto a tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro, si introducono nuovi e più ampi margini di flessibilità tipologica. Il contratto a tempo determinato e la somministrazione di lavoro si liberano delle ragioni giustificatrici conservando limitazioni connesse, il primo, alla durata e al numero massimo di lavoratori utilizzabili, la seconda, al solo vincolo delle percentuali di impiego, con l'equiparazione tra la somministrazione a termine e quella a tempo indeterminato. Il ricorso al lavoro accessorio viene agevolato con l'incremento del limite massimo annuale di guadagno per il lavoratore e con l'ampliamento dell'ambito di applicazione della relativa disciplina. Il lavoro intermittente trova ulteriori ipotesi di utilizzo tramite la contrattazione aziendale e territoriale. La disciplina del part-time attribuisce al datore di lavoro l'inedita possibilità di pattuire clausole di variazione oraria avanti alle commissioni di certificazione. Le regole sull'apprendistato, confermate negli aspetti qualificanti, ne accentuano la funzione occupazionale a discapito di quella formativa. Sul versante del lavoro autonomo, si contrasta l'impiego improprio di talune fattispecie (abrogazione del lavoro a progetto e dell'associazione in partecipazione con l'apporto di lavoro), nascono le collaborazioni organizzate dal committente, che però soggiacciono alla disciplina del lavoro subordinato, mentre quelle coordinate e continuative ex art. 409 c.p.c., fatte salve, pongono nuovi problemi di qualificazione. La disciplina delle mansioni riscrive l'art. 2103 c.c. e inaugura la frontiera della flessibilità funzionale, sin qui rimessa ad una interpretazione adeguatrice della sola giurisprudenza.Nel complesso, il percorso intrapreso con questa parte del JOBS ACT appare capace di scardinare i punti fermi del tradizionale paradigma del diritto del lavoro. L'analisi che viene presentata riguarda tutti i principali aspetti degli istituti e mette in luce, in una prospettiva di interpretazione sistematica attenta alle ricadute pratico-applicative, le varie implicazioni, anche teoriche, delle novità legislative.Luigi Fiorillo, professore ordinario di Diritto del lavoro Università degli studi di Napoli Federico II.Adalberto Perulli, professore ordinario di Diritto del lavoro Università degli studi di Venezia Ca' Foscari.

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